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MESSICANA, GUERRA
(1846-1848). Combattuta fra Stati Uniti e
Messico per questioni di espansione territoriale, fu l'epilogo delle tensioni
seguite all'annessione del Texas agli Usa (1845) e al fallimento della missione
segreta di J. Slidell, incaricato dal presidente Polk di acquistare dal
governo messicano i vasti territori della California e del Nuovo Messico.
L'invio di truppe Usa nell'area contesa fra i fiumi Nueces e Rio Grande
provocò la reazione messicana e fornì al Congresso il pretesto
per dichiarare la guerra il 13 maggio 1846. Fortemente voluta dai potenti
piantatori del sud, la guerra fu molto popolare all'ovest, richiamando migliaia
di volontari; solo negli stati di più antica origine incontrò
l'opposizione di chi temeva che la conquista di nuovi territori avrebbe
inasprito i conflitti interni sul problema della schiavitù. Invaso
il Messico, le truppe comandate da Z. Taylor conquistarono Monterey (settembre
1846); contemporaneamente una flotta guidata da J.S. Sloat occupò
i porti della California, mentre i coloni di origine inglese insorgevano
contro le autorità messicane (Bear Flag Revolt). L'anno seguente
l'esercito di W. Scott sconfisse i messicani a Chapultepec conquistando
Città del Messico (settembre 1847). La guerra fu conclusa dal trattato
di Guadalupe-Hidalgo.
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